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ULISSE COMPIE 30 ANNI!
In occasione del nostro 30esimo anniversario, Vi omaggiamo con un ricco programma di eventi librari per tutti i gusti. Giallisti, Storiche, Chef e tanti altri si avvicenderanno dal 21 al 27 novembre, per poi concludere in festa insieme a Voi martedì 28 novembre.
Vi aspettiamo, non mancate!

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Giovedì 23 novembre ore 19

Montefosco, paese dell’Appennino Tosco-Emiliano, pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile 1948. Il silenzio notturno è rotto dal rumore di una moto lanciata lungo la strada principale, mentre il suo guidatore canta a squarciagola con un accento straniero. Questo episodio si ripete per diverse notti, fino a che in una casa abbandonata viene trovato il cadavere di un uomo ucciso barbaramente, accanto alla sua motocicletta, una vecchia Guzzi GT 17 con sidecar. Bologna, 1972: in maggio le elezioni decreteranno l’inaspettato successo del Movimento sociale italiano- Destra nazionale. La giovanissima giornalista Penelope Rocchi, detta Lope, deve tornare a Montefosco, dove è nata, per scrivere un pezzo su Ardito Richeldi, candidato nelle liste del MSI e coinvolto in uno scandalo legato al finanziamento di gruppi neofascisti. Ardito è stato ucciso dai colpi di una Ruby, pistola degli anni ’30 di fabbricazione spagnola ormai sparita dalla circolazione. Spagna, 1936. Allo scoppio della guerra civile il comunista italiano Pedro e l’anarchico Bakunin – fuggiti dalle persecuzioni fasciste attraverso la Francia – si sono uniti alle Brigate Internazionali: è qui che Pedro ha incontrato la militante Golondrina, se ne è innamorato e con lei ha dato vita alla piccola Maria… C’è un filo rosso che unisce questi personaggi e le loro storie: toccherà a Lope Rocchi trovarlo, stringerlo tra le dita, riavvolgerlo fino a far luce su ogni evento. Perché solo le donne e gli uomini che sanno fare i conti con i fantasmi del passato sono davvero liberi. Tra la Barcellona insanguinata della guerra civile e l’Italia degli anni Settanta in cui le ombre nere tornano a serpeggiare, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli danno vita a personaggi vividi, indimenticabili, e ci regalano un grande romanzo sugli ideali per cui vale la pena di dare la vita, sulla storia che ritorna su se stessa e sull’amore che resiste.

Martedì 28 novembre ore 19

Un viaggio nella storia della cucina internazionale, raccontata attraverso i suoi protagonisti: i cuochi che hanno contribuito e stanno contribuendo a definire le tendenze, le idee, i menù e i piatti della gastronomia mondiale. Il passato glorioso dei grandi maestri e dei protagonisti influenti, ma anche dei personaggi storici, viene rivelato a partire dal presente della ristorazione tracciato dalle giovani promesse dei cinque continenti, in un doppio movimento che narra le radici, ma suggerisce anche possibili strade ed evoluzioni in cucina. Un progetto ambizioso mai tentato prima, che prende vita e colore in una grande infografica, un cielo di costellazioni che racconterà influenze, apprendistati, ma anche storie di amicizia e progetti condivisi.
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Martedì 21 novembre ore 19

Rare e preziose, le perle hanno ispirato artisti e scrittori, conquistato in ogni epoca il favore di uomini e donne che le hanno incluse fra gli ornamenti prediletti. Culturalmente assai dense, sono emblema del lusso, della raffinatezza e della purezza, sinonimo delle vette di perfezione che può raggiungere madre natura. La Venere botticelliana fuoriesce da una conchiglia marina, quasi fosse una perla, evocando eterne nascite, un ciclo perennemente rinnovato di amore e procreazione. Allo stesso tempo simboleggiano anche dolore e perdita: quante perle nei funerali più chic... Il libro ci propone un viaggio avventuroso, dal Nuovo Mondo all’Asia, dal Venezuela al golfo Persico e a quello di Mannar, dalle piazze dello smercio più frenetico, come Venezia, Anversa e Siviglia, alla Cina e al Giappone: come venivano pescate le perle? chi le commerciava? chi le indossava? come giungevano nelle botteghe di orafi dalle mani sapienti e da lì, sotto forma di splendidi gioielli, nelle corti sfarzose a decorare i corpi e le vesti di re, regine, cortigiane e cortigiani? E quali erano i loro altri usi? Se il linguaggio che parlavano era soprattutto quello del potere, del prestigio e della bellezza, mille sono le sfumature che accompagnano la fortuna delle piccole sfere bianche e luminescenti lungo i secoli e fino ai giorni nostri.

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Si può ascoltare un brano rap, o vedere un film di Jordan Peele, cercandovi delle connessioni con gli antichi imperi africani? Le pagine di Blackness ci provano partendo dal rapporto che intercorreva tra Europa e Africa prima della tratta atlantica, quando ancora gli schiavi non erano solo neri e i padroni solo bianchi. Forse solo così è possibile osservare da un’angolazione inedita e sorprendente le dinamiche attraverso cui il popolo afroamericano si è mosso in campo musicale, sportivo e cinematografico, fino a scoprire in che modo certe traiettorie si sono riverberate fino a oggi.
Soffermandosi su dischi che hanno fatto la storia e piccoli capolavori sconosciuti, dal gospel profano di Ray Charles alle grandi produzioni Stax e Motown firmate da Otis Redding e Marvin Gaye, giungendo fino al retro soul di Charles Bradley e ai linguaggi ibridi di Beyoncé e Childish Gambino, si viene immersi in un universo affascinante e talvolta controverso. Una dimensione in cui si intrecciano gli interessi del capitalismo discografico e l’impegno dei movimenti attivisti, le schiacciate dell’NBA e i casi di blackwashing con cui l’industria del cinema cerca un pubblico sempre più vasto.
Se, come hanno mostrato Simon Reynolds e Mark Fisher, la musica è una chiave perfetta per decodificare la storia, a volte il processo può funzionare perfettamente anche al contrario.
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Quando Frantz Fanon scrisse I dannati della terra era consapevole dello scalpore che avrebbe suscitato e si augurava, nelle migliori delle ipotesi, che a quel libro seguisse quanto è poi effettivamente seguito in ambito scientifico, cioè che una nutrita e determinata schiera di scienziati iniziasse ad analizzare e decostruire gli impianti socio culturali del colonialismo. Non solo, Fanon (crediamo vivamente) si augurava che questo tipo di analisi fungesse da critica alla stessa società occidentale, per provare a rigenerarne una più consapevole degli strascichi spaventosi che ha lasciato sulla sua rotta per la "civilizzazione".
Oggi possiamo dire che gli auspici di Fanon si sono, parzialmente ma nitidamente, concretizzati; e lo sono grazie a uomini come Tobie Nathan, Georges Devereux, Piero Coppo, Roberto Beneduce solo per citarne alcuni, che con le loro ricerche hanno contribuito a creare un sapere sempre più intersecato con la realtà, cui seguono delle relazioni di cura estremamente efficaci proprio in virtù di queste intersezioni. 
Vincenzo e Salvatore sono, ad oggi, gli apici italiani dell'etnopsichiatria. Vi racconteranno, alla luce dell'esperienza di campo di Vincenzo in Mali, l'ontogenesi della disciplina etnopsicoterapeutica e al loro racconto si aggiunge l'inestimabile presenza di Madeleine e Nago che forniscono un punto di vista altro sulle questioni dibattute.
Pastori, carbonai, venditori ambulanti, contadini e mugnai, e poi guardie, ladri, ma anche eserciti, nazisti e partigiani: quanti passi, e per quanti secoli, sui sentieri dell’Appennino. Sembra di vederla questa umanità in cammino, tra valli e costoni, dove ora s’incontrano scarpe da trekking e giacche tecniche dai colori sgargianti.
Chi di passaggio, chi destinato a restare, tanti hanno impresso le proprie impronte su questo territorio, e ripercorrere il filo di quelle tracce significa soffermarsi di fronte a una casa in sasso, riposare all’ombra di un castagno, o dissetarsi a una fonte, e interrogarsi sulle storie che in quei luoghi sono nate o hanno avuto i propri protagonisti.
L’autore dà voce a quei racconti perché si possa continuare a tenere viva la memoria di un nostro passato, anche recente, ma che le nuove rotte della geografia umana sembrano relegare fuori dal tempo.
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Dalla cima dei monti Urali alle profondità del lago Baikal, la gelida Siberia è capace di avvolgere il visitatore in un calore inaspettato, grazie all’accoglienza dei suoi abitanti. Per molti attraversare due continenti via terra, viaggiando su una ferrovia lunga diecimila chilometri, è il sogno di una vita: questa guida vuole essere uno strumento per dare a tutti la possibilità concreta di percorrere la Transiberiana, scoprendo lungo il tragitto i segreti della Russia più profonda e misteriosa.
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Evanescente, destinata a perdersi nell'istante stesso in cui la cogliamo, la musica è aria che vibra. Difficile dunque usarne le tracce come si fa con una pergamena o un affresco. Eppure la storia è piena di suoni pervasivi e determinanti, legati a ogni agire umano: la guerra, la festa, la meditazione, il rito religioso. E allora proviamo a raccontare il passato sulle tracce degli strumenti utilizzati per produrre il suono: dai tamburi di antichi sciamani al flauto di Pan, dall'incanto degli ud dei giardini arabi alle voci nei monasteri e nelle cattedrali medievali, dalle tastiere della civiltà delle buone maniere alle fisarmoniche che seguono il viaggio degli emigranti, dalla chitarra che espresse la voce del popolo fino agli strumenti elettrici che crearono i giovani e il loro canto. Un viaggio europeo e mediterraneo alla ricerca dei suoni perduti, perché spesso proprio in questi si è insicritto il senso del mondo e delle vite delle donne e degli uomini che lo hanno abitato.
Nell'estate del 1986 un gruppo di ragazzi bolognesi, convinti da uno di loro, piemontese per parte di madre, decide di organizzare una squadra di balon. Non hanno mai visto una partita, non sanno come si gioca, ma ben presto con l'aiuto di un improbabile allenatore si appassionano al gioco e decidono di sfidare le squadre vere negli sferisteri nell'alto Monferrato. Inizia così la partecipazione con alterne fortune a una serie di tornei e nello stesso tempo il passato, sotto forma di una ragazza e della sua storia familiare, affiora e conferisce una piega imprevista e completamente diversa a quella che era iniziata soltanto come una storia di sport, fino al drammatico epilogo.
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La moda è coinvolta in un cambio di paradigma che ne trasforma il modello produttivo. Bellezza, creatività, eleganza e originalità, valori elettivi della moda, sono stati per molto tempo considerati estranei o antitetici a quelli della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Oggi il confine che li separava è stato oltrepassato.

Il cambio di paradigma si è manifestato nel primo decennio del nuovo secolo con vibrazioni minime, diventate negli ultimi anni, in un brevissimo lasso di tempo, una grande onda che spinge in avanti, in modo ancora caotico e contraddittorio, gran parte dell’industria, inclusi i marchi leader che ora considerano l’impegno verso la sostenibilità una componente identitaria di primo piano. Un effetto è il ritorno sotto i riflettori dei materiali, la base indispensabile su cui i designer esprimono la creatività che resta il primo motore della moda. Con i materiali si rivaluta l’importanza delle filiere di produzione, dai filati ai tessuti, dai finissaggi che nobilitano i materiali alla manifattura dei capi e degli accessori.

Neo-materials in Circular Economy - Fashion è un quadro aggiornato delle trasformazioni in uno dei settori più rilevanti dell’economia globale. Partendo dall’analisi dei materiali, distinti in tre grandi aree (rinnovabili, non rinnovabili e da riciclo), il testo analizza poi il tema dell’utilizzo dell’acqua e delle sostanze chimiche e si conclude con una panoramica delle iniziative dei marchi, grandi e piccoli, in tema di sostenibilità. Arricchito da interviste ad alcuni dei protagonisti più innovativi del settore, questo volume si candida a diventare testo di riferimento su un tema ormai irrinunciabile per la moda.

Il digitale è fisico. Questo libro spiega in che modo la rivoluzione digitale impatta su clima, ambiente, lavoratori e società. Un manifesto per il digitale sostenibile.

Spegnete il computer! Il mondo digitale è meno verde di quello che sembra. Se non sapete che cos’è uno zettabyte e qual è il suo “peso carbonico” o se siete stufi di essere “profilati”, questo libro fa per voi. Perché spiega in modo chiaro che il cloud non è tra le nuvole ma in data center che consumano energia e producono CO2 ogni volta che spediamo una mail. 

Perché dice nero su bianco che il dominio delle Big Tech minaccia non solo l’ambiente, ma anche i diritti dei lavoratori, la nostra riservatezza, la trasparenza del mercato e delle elezioni. Perché denuncia la “monetizzazione” della nostra attenzione e del nostro tempo. Perché racconta come i “dati” siano diventati il petrolio del nostro tempo e perché invece dovrebbero essere dei “beni comuni”. Perché affronta il rapporto tra politica e web e il possibile ruolo della e-democracy. Perché ribadisce – come diceva Stefano Rodotà – che è necessario un “Internet Bill of Rights”.

Perché, ultimo ma non meno importante, permette di conoscere e praticare un “consumo critico” di tecnologia, di ribellarsi – senza essere hacker -, di progettare un web a basso impatto e di prevenire l’e-waste: per un mondo digitale pulito, aperto, rigenerativo. Il libro perfetto per chi vuole davvero capire che cosa sta facendo quando manda una mail, guarda un video o usa i social.

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Così eccoci: siamo arrivati all’autunno di questo strano anno. Pioggia, vento, foglie secche, funghi, vino, castagne e tutto quanto il resto. Io di mio ci ho fatto un libro; e mi son detto che forse non vi sarebbe dispiaciuto ascoltarne qualche storia..

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Il primo volume del ciclo che sto dedicando alle stagioni. Ho provato a raccontare tutto: dai primitivi durante l’ultima era glaciale, passando per greci e romani, per monasteri medievali e abeti decorati, sino all’invenzione di Babbo Natale. Ma la sfida era che suonasse come un racconto da leggere davanti al fuoco.

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Secondo volume del mio ciclo dedicato alle stagioni. Dove ho scoperto che raccontare le mezze stagioni non è affatto facile: natura, rinascita, desiderio, gioventù, c’è tutto questo e molto altro di noi nella storia della primavera.

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Senza il mare, fonte primaria di approvigionamento di ossigeno, non esisterebbero molte forme di vita.

Senza il mare, strada imprescindibile per gli spostamenti, non sapremmo realmente chi siamo. 

Senza il mare, sfondo di scenari ineguagliabili, non avremmo un rifornimento costante di quiete e positività. 

Eppure ne sappiamo estremamente poco; dalla sua storia geologica ai tesori che nasconde, da chi lo abita o chi lo ha abitato e da chi lo ha solcato in cerca di fortuna.

Per fortuna nostra, però, c'è chi se ne occupa e vuole farcene conoscere gli aspetti ignoti. Questo arduo compito toccherà, mercoledì 26 ottobre a partire dalle 18:30, al Professor Alessandro Vanoli, già nostro ospite lo scorso anno assieme al collega Storico Carlo Greppi autore de Il Buon Tedesco (Laterza).

La presentazione del Suo volume Storia del mare sarà il primo di una lunga serie di incontri che ci accompagnerà fino, nell'ottobre del prossimo anno, all'anniversario dei 30 anni di attività della Libreria Ulisse.

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Giazira scritture è nata per un gioco: viene fondata nel 2012 per l’uscita di “Giazira”, un mensile di satira scritto, ideato e diretto dallo stesso editore, Cristiano Marti. Col passare del tempo, l’esperienza del giornale attira curiosi e lettori, e con essi diversi progetti di scrittura. Un anno dopo viene prodotto il primo libro. E poi si sa: l’appetito vien mangiando.

Giovedì 23 a partire dalle ore 18, presso la Libreria Ulisse l'editore Cristiano Marti dialogherà con le autrici Eva Testa e Silvia Golfera per presentare i rispettivi volumi. 

Ingresso libero senza necessità di prenotazione.

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Da un lato Schiavon, vicedirettore de Il Resto del Carlino e scrittore, che ritrae il mondo a partire da storie agite in ogni angolo terrestre. 

Dall'altro Monti, ex inviato speciale de Il Corriere della Sera, che spiega ai lettori i dietro le quinte del mestiere e ciò che serve per poterne ripristinare i valori fondanti. Entrambi dialogheranno con Voi, dopo una brevissima introduzione, sui loro volumi e sulle tematiche che snocciolano.

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