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Mercoledì 3 maggio alle 19 
Vincenzo Spigonardo e Salvo Inglese dialogheranno sull'etnopsichiatria a partire dall'esperienza di campo di Vincenzo narrata in

A CASA DI UN GUARITORE DOGON (L'Harmattan).

Si prega di confermare la propria presenza ai recapiti della Libreria presenti in fondo alla pagina.
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Quando Frantz Fanon scrisse I dannati della terra era consapevole dello scalpore che avrebbe suscitato e si augurava, nelle migliori delle ipotesi, che a quel libro seguisse quanto è poi effettivamente seguito in ambito scientifico, cioè che una nutrita e determinata schiera di scienziati iniziasse ad analizzare e decostruire gli impianti socio culturali del colonialismo. Non solo, Fanon (crediamo vivamente) si augurava che questo tipo di analisi fungesse da critica alla stessa società occidentale, per provare a rigenerarne una più consapevole degli strascichi spaventosi che ha lasciato sulla sua rotta per la "civilizzazione".
Oggi possiamo dire che gli auspici di Fanon si sono, parzialmente ma nitidamente, concretizzati; e lo sono grazie a uomini come Tobie Nathan, Georges Devereux, Piero Coppo, Roberto Beneduce solo per citarne alcuni, che con le loro ricerche hanno contribuito a creare un sapere sempre più intersecato con la realtà, cui seguono delle relazioni di cura estremamente efficaci proprio in virtù di queste intersezioni. 
Vincenzo e Salvatore sono, ad oggi, gli apici italiani dell'etnopsichiatria. Vi racconteranno, alla luce dell'esperienza di campo di Vincenzo in Mali, l'ontogenesi della disciplina etnopsicoterapeutica e al loro racconto si aggiunge l'inestimabile presenza di Madeleine e Nago che forniscono un punto di vista altro sulle questioni dibattute.
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Dalla cima dei monti Urali alle profondità del lago Baikal, la gelida Siberia è capace di avvolgere il visitatore in un calore inaspettato, grazie all’accoglienza dei suoi abitanti. Per molti attraversare due continenti via terra, viaggiando su una ferrovia lunga diecimila chilometri, è il sogno di una vita: questa guida vuole essere uno strumento per dare a tutti la possibilità concreta di percorrere la Transiberiana, scoprendo lungo il tragitto i segreti della Russia più profonda e misteriosa.
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Da quando è comparsa per la prima volta in paese, giovane moglie di un anziano musicista, Lavinia ha dovuto fare i conti con la curiosità della gente. Ma un giorno decide di svelarsi e racconta chi è la donna bella e scostante che parla in modo ricercato ed è venuta tra loro lasciando nell’ombra un passato sconosciuto.

Cosa si nasconde dietro la sua diversità, perché parte così spesso per tornare ogni volta più carica di mistero?

Lavinia risponde a chi vuole sapere e finalmente dichiara la sua scandalosa identità.

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Si può ascoltare un brano rap, o vedere un film di Jordan Peele, cercandovi delle connessioni con gli antichi imperi africani? Le pagine di Blackness ci provano partendo dal rapporto che intercorreva tra Europa e Africa prima della tratta atlantica, quando ancora gli schiavi non erano solo neri e i padroni solo bianchi. Forse solo così è possibile osservare da un’angolazione inedita e sorprendente le dinamiche attraverso cui il popolo afroamericano si è mosso in campo musicale, sportivo e cinematografico, fino a scoprire in che modo certe traiettorie si sono riverberate fino a oggi.
Soffermandosi su dischi che hanno fatto la storia e piccoli capolavori sconosciuti, dal gospel profano di Ray Charles alle grandi produzioni Stax e Motown firmate da Otis Redding e Marvin Gaye, giungendo fino al retro soul di Charles Bradley e ai linguaggi ibridi di Beyoncé e Childish Gambino, si viene immersi in un universo affascinante e talvolta controverso. Una dimensione in cui si intrecciano gli interessi del capitalismo discografico e l’impegno dei movimenti attivisti, le schiacciate dell’NBA e i casi di blackwashing con cui l’industria del cinema cerca un pubblico sempre più vasto.
Se, come hanno mostrato Simon Reynolds e Mark Fisher, la musica è una chiave perfetta per decodificare la storia, a volte il processo può funzionare perfettamente anche al contrario.
Pastori, carbonai, venditori ambulanti, contadini e mugnai, e poi guardie, ladri, ma anche eserciti, nazisti e partigiani: quanti passi, e per quanti secoli, sui sentieri dell’Appennino. Sembra di vederla questa umanità in cammino, tra valli e costoni, dove ora s’incontrano scarpe da trekking e giacche tecniche dai colori sgargianti.
Chi di passaggio, chi destinato a restare, tanti hanno impresso le proprie impronte su questo territorio, e ripercorrere il filo di quelle tracce significa soffermarsi di fronte a una casa in sasso, riposare all’ombra di un castagno, o dissetarsi a una fonte, e interrogarsi sulle storie che in quei luoghi sono nate o hanno avuto i propri protagonisti.
L’autore dà voce a quei racconti perché si possa continuare a tenere viva la memoria di un nostro passato, anche recente, ma che le nuove rotte della geografia umana sembrano relegare fuori dal tempo.
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Evanescente, destinata a perdersi nell'istante stesso in cui la cogliamo, la musica è aria che vibra. Difficile dunque usarne le tracce come si fa con una pergamena o un affresco. Eppure la storia è piena di suoni pervasivi e determinanti, legati a ogni agire umano: la guerra, la festa, la meditazione, il rito religioso. E allora proviamo a raccontare il passato sulle tracce degli strumenti utilizzati per produrre il suono: dai tamburi di antichi sciamani al flauto di Pan, dall'incanto degli ud dei giardini arabi alle voci nei monasteri e nelle cattedrali medievali, dalle tastiere della civiltà delle buone maniere alle fisarmoniche che seguono il viaggio degli emigranti, dalla chitarra che espresse la voce del popolo fino agli strumenti elettrici che crearono i giovani e il loro canto. Un viaggio europeo e mediterraneo alla ricerca dei suoni perduti, perché spesso proprio in questi si è insicritto il senso del mondo e delle vite delle donne e degli uomini che lo hanno abitato.
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Nell'estate del 1986 un gruppo di ragazzi bolognesi, convinti da uno di loro, piemontese per parte di madre, decide di organizzare una squadra di balon. Non hanno mai visto una partita, non sanno come si gioca, ma ben presto con l'aiuto di un improbabile allenatore si appassionano al gioco e decidono di sfidare le squadre vere negli sferisteri nell'alto Monferrato. Inizia così la partecipazione con alterne fortune a una serie di tornei e nello stesso tempo il passato, sotto forma di una ragazza e della sua storia familiare, affiora e conferisce una piega imprevista e completamente diversa a quella che era iniziata soltanto come una storia di sport, fino al drammatico epilogo.
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La moda è coinvolta in un cambio di paradigma che ne trasforma il modello produttivo. Bellezza, creatività, eleganza e originalità, valori elettivi della moda, sono stati per molto tempo considerati estranei o antitetici a quelli della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Oggi il confine che li separava è stato oltrepassato.

Il cambio di paradigma si è manifestato nel primo decennio del nuovo secolo con vibrazioni minime, diventate negli ultimi anni, in un brevissimo lasso di tempo, una grande onda che spinge in avanti, in modo ancora caotico e contraddittorio, gran parte dell’industria, inclusi i marchi leader che ora considerano l’impegno verso la sostenibilità una componente identitaria di primo piano. Un effetto è il ritorno sotto i riflettori dei materiali, la base indispensabile su cui i designer esprimono la creatività che resta il primo motore della moda. Con i materiali si rivaluta l’importanza delle filiere di produzione, dai filati ai tessuti, dai finissaggi che nobilitano i materiali alla manifattura dei capi e degli accessori.

Neo-materials in Circular Economy - Fashion è un quadro aggiornato delle trasformazioni in uno dei settori più rilevanti dell’economia globale. Partendo dall’analisi dei materiali, distinti in tre grandi aree (rinnovabili, non rinnovabili e da riciclo), il testo analizza poi il tema dell’utilizzo dell’acqua e delle sostanze chimiche e si conclude con una panoramica delle iniziative dei marchi, grandi e piccoli, in tema di sostenibilità. Arricchito da interviste ad alcuni dei protagonisti più innovativi del settore, questo volume si candida a diventare testo di riferimento su un tema ormai irrinunciabile per la moda.

Il digitale è fisico. Questo libro spiega in che modo la rivoluzione digitale impatta su clima, ambiente, lavoratori e società. Un manifesto per il digitale sostenibile.

Spegnete il computer! Il mondo digitale è meno verde di quello che sembra. Se non sapete che cos’è uno zettabyte e qual è il suo “peso carbonico” o se siete stufi di essere “profilati”, questo libro fa per voi. Perché spiega in modo chiaro che il cloud non è tra le nuvole ma in data center che consumano energia e producono CO2 ogni volta che spediamo una mail. 

Perché dice nero su bianco che il dominio delle Big Tech minaccia non solo l’ambiente, ma anche i diritti dei lavoratori, la nostra riservatezza, la trasparenza del mercato e delle elezioni. Perché denuncia la “monetizzazione” della nostra attenzione e del nostro tempo. Perché racconta come i “dati” siano diventati il petrolio del nostro tempo e perché invece dovrebbero essere dei “beni comuni”. Perché affronta il rapporto tra politica e web e il possibile ruolo della e-democracy. Perché ribadisce – come diceva Stefano Rodotà – che è necessario un “Internet Bill of Rights”.

Perché, ultimo ma non meno importante, permette di conoscere e praticare un “consumo critico” di tecnologia, di ribellarsi – senza essere hacker -, di progettare un web a basso impatto e di prevenire l’e-waste: per un mondo digitale pulito, aperto, rigenerativo. Il libro perfetto per chi vuole davvero capire che cosa sta facendo quando manda una mail, guarda un video o usa i social.

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Così eccoci: siamo arrivati all’autunno di questo strano anno. Pioggia, vento, foglie secche, funghi, vino, castagne e tutto quanto il resto. Io di mio ci ho fatto un libro; e mi son detto che forse non vi sarebbe dispiaciuto ascoltarne qualche storia..

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Il primo volume del ciclo che sto dedicando alle stagioni. Ho provato a raccontare tutto: dai primitivi durante l’ultima era glaciale, passando per greci e romani, per monasteri medievali e abeti decorati, sino all’invenzione di Babbo Natale. Ma la sfida era che suonasse come un racconto da leggere davanti al fuoco.

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Secondo volume del mio ciclo dedicato alle stagioni. Dove ho scoperto che raccontare le mezze stagioni non è affatto facile: natura, rinascita, desiderio, gioventù, c’è tutto questo e molto altro di noi nella storia della primavera.

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Senza il mare, fonte primaria di approvigionamento di ossigeno, non esisterebbero molte forme di vita.

Senza il mare, strada imprescindibile per gli spostamenti, non sapremmo realmente chi siamo. 

Senza il mare, sfondo di scenari ineguagliabili, non avremmo un rifornimento costante di quiete e positività. 

Eppure ne sappiamo estremamente poco; dalla sua storia geologica ai tesori che nasconde, da chi lo abita o chi lo ha abitato e da chi lo ha solcato in cerca di fortuna.

Per fortuna nostra, però, c'è chi se ne occupa e vuole farcene conoscere gli aspetti ignoti. Questo arduo compito toccherà, mercoledì 26 ottobre a partire dalle 18:30, al Professor Alessandro Vanoli, già nostro ospite lo scorso anno assieme al collega Storico Carlo Greppi autore de Il Buon Tedesco (Laterza).

La presentazione del Suo volume Storia del mare sarà il primo di una lunga serie di incontri che ci accompagnerà fino, nell'ottobre del prossimo anno, all'anniversario dei 30 anni di attività della Libreria Ulisse.

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Giazira scritture è nata per un gioco: viene fondata nel 2012 per l’uscita di “Giazira”, un mensile di satira scritto, ideato e diretto dallo stesso editore, Cristiano Marti. Col passare del tempo, l’esperienza del giornale attira curiosi e lettori, e con essi diversi progetti di scrittura. Un anno dopo viene prodotto il primo libro. E poi si sa: l’appetito vien mangiando.

Giovedì 23 a partire dalle ore 18, presso la Libreria Ulisse l'editore Cristiano Marti dialogherà con le autrici Eva Testa e Silvia Golfera per presentare i rispettivi volumi. 

Ingresso libero senza necessità di prenotazione.

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Da un lato Schiavon, vicedirettore de Il Resto del Carlino e scrittore, che ritrae il mondo a partire da storie agite in ogni angolo terrestre. 

Dall'altro Monti, ex inviato speciale de Il Corriere della Sera, che spiega ai lettori i dietro le quinte del mestiere e ciò che serve per poterne ripristinare i valori fondanti. Entrambi dialogheranno con Voi, dopo una brevissima introduzione, sui loro volumi e sulle tematiche che snocciolano.

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